La cronaca dei quattro anni di crudele passione che firmarono la fine della cantante di Rehab.
L’amore infelice era sempre stata la spinta artistica di Amy Winehouse. Le prime canzoni le aveva scritte quando era innamorata di un ragazzo di nome Chris da cui era ossessionata. Quando incontrò l’unico uomo che avrebbe sposato, Amy aveva 22 anni e già un album alle spalle, Frank, acclamato dalla critica. Blake Fielder-Civil era alto, bello, tatuato e con la testa piena di piccoli e morbidi riccioli. Si arrangiava distribuendo volantini davanti a un locale chiamato Trash e lavorando come assistente di produzione video. Quella sera del 2005 mentre era al bancone del pub The Good Mixer di Camden, Blake aveva visto entrare Amy. La cantante, che cominciava a essere conosciuta, aveva comprato con i suoi primi guadagni un appartamento nel quartiere divenuto la mecca della punk music e degli spacciatori di droga. Blake era uno sciupafemmine e cominciò subito a farle il filo. Si misero a giocare a biliardo e poi finirono a casa di lei, anche se erano entrambi già impegnati. Lui, anni dopo, dirà che non gli era sembrato neanche un tradimento, ma più che si trattasse dell’incontro fra due “cattive persone”. Mentre lei lavorava al nuovo album, però, la loro relazione si fece sempre più seria. Passarono l’estate insieme, inseparabili, legati da traumi infantili molto simili e dal gran bisogno di autolesionismo che li faceva sentire “anime gemelle”, come diceva lei. Blake sospettava che Amy fosse stata abusata da bambina, lei negò sempre gli abusi e gli spiegò che si comportava così perché il padre aveva abbandonato sua madre e non lo vedeva mai. Lui, invece, aveva tentato il suicidio a 9 anni, si era tagliato i polsi per costringere la madre a lasciare il patrigno che odiava. Si sentivano uniti dalle rispettive esperienze negative. Lei andava a rilento con il lavoro, diceva agli amici di essere così innamorata da poter morire per lui, che lui era come una droga. Si fece tatuare il nome di Blake sul décolleté e lui fece lo stesso col suo, dietro un orecchio. Poi, improvvisamente, sei mesi dopo il loro incontro, Blake le mandò un sms in cui diceva che non se la sentiva di lasciare la sua ragazza e che sarebbe stato meglio essere solo amici.
Invece di arrendersi, Amy iniziò un bombardamento ossessivo di messaggi per riportarlo indietro da lei, ma senza esito. Finché un giorno, stremata dall’attesa e per vendetta, finì a letto con il migliore amico di lui. Definì quel gesto “l’ultimo chiodo sulla bara della nostra storia” perché pensava che lui non l’avrebbe mai perdonata. Preferiva darci un taglio, per non illudersi di avere ancora delle speranze, ma non funzionò e quasi impazzì. Affetta da bulimia sin da bambina, diceva che “Persino aprire il frigo mi fa pensare a lui”. Sprofondò nella depressione e un giorno gli amici la trovarono a terra con la testa ferita da una caduta, nella casa che era un disastro. Si faceva di speed e beveva alcolici appena sveglia la mattina. Stava scrivendo l’album Back to Black e la casa discografica era piuttosto irritata dalla situazione. Portarla in rehab, forse, le avrebbe salvato la vita, ma l’album non avrebbe mai visto la luce, per cui tutti intorno a lei minimizzarono. Si rimise al lavoro cercando di non bere e quando ebbe scritto già quattro pezzi sembrava che tutto fosse passato. “We only said goodbye with words/ I died a hundred times/ You go back to her/ And I go back to black”. Il testo di Back to Black era pieno di Blake. Ci siamo lasciati a parole, sono morta un centinaio di volte, sei tornato da lei e io torno in lutto. Ma il successo planetario arrivò con un altro singolo autobiografico, la canzone Rehab. “Non diventerò mai famosa, faccio una musica troppo d’élite e va bene così perché non sarei capace di reggere il successo”, aveva detto in un’intervista al suo esordio. Copertine in tutte le lingue, paparazzi che la inseguono, celebrazioni del suo stile retrò ispirato dalle Ronettes, shooting con i più grandi fotografi. Blake rientrò nella sua vita mentre era afflitta dalla sindrome dell’impostore e imbarazzata per tutto quello che le stava capitando, e si aggrappò a lui come durante una tempesta. Lo chef Alex Clare, con cui aveva cercato di ricomporre i pezzi del suo cuore, mollato dall’oggi al domani, vendette a un giornale un memoriale con i dettagli intimi dei gusti di Amy a letto.
